Benito Mussolini
29 luglio 1883
28 aprile 1945
Benito Amilcare Andrea Mussolini nasce il 29 luglio 1883 a Dovia di Predappio, nel Forlivese. Studia nel collegio salesiano di Faenza poi presso il collegio Carducci di Forlimpopoli, conseguendo anch'egli il diploma di maestro elementare.
Sull’esempio del padre, esponente del socialismo facinoroso, libertario, anarchico e violentemente anticlericale di Romagna, comincia la sua carriera politica con l'iscrizione al Partito Socialista Italiano a 17 anni . Poco dopo, si reca in Svizzera, dove fa il suo ingresso negli ambienti rivoluzionari europei e si accosta alle letture dei principali filosofi politici del secolo XIX.
Rientrato in Italia , dopo essere stato espulso da diversi cantoni svizzeri per ripetuto ed esasperato attivismo antimilitarista e anticlericale, si avvale di un’amnistia ai renitenti alla leva, per compiere quindi il servizio militare nel reggimento di bersaglieri di stanza a Verona. Per un breve periodo trova anche il tempo per insegnare presso Tolmezzo ed Oneglia dove tra l'altro collabora attivamente al periodico socialista “La lima”, dopodiché torna a Dovia.Quivi continua un’incessante attività politica e viene imprigionato per dodici giorni per aver sostenuto uno sciopero di braccianti. Nel 1909 viene chiamato a ricoprire la carica di Segretario della Camera del Lavoro di Trento, allora austriaca, e a dirigere il quotidiano “L'avventura del lavoratore”. Si scontra presto con gli ambienti moderati e Cattolici e, dopo sei mesi di frenetica attività propagandistica, viene espulso dall’Impero Asburgico tra le vibranti proteste dei socialisti trentini suscitando una vasta eco in tutta la sinistra massimalista italiana.
Tornato a Forlì, si unisce con Rachele Guidi. Insieme ebbero cinque figli.
Contemporaneamente la dirigenza socialista forlivese gli offre la direzione del settimanale “Lotta di classe” e lo nomina proprio segretario. Al termine del congresso socialista a Milano dell'ottobre 1910, ancora dominato dai riformisti, Mussolini pensa di scuotere la minoranza massimalista, anche a rischio di spaccare il partito, provocando l'uscita dal PSI della federazione socialista forlivese, ma nessun'altro lo segue nell'iniziativa.
Mussolini appare come l'uomo più adatto a impersonare il rinnovamento ideale e politico del partito. Condannato a un anno di reclusione, poi ridotto a cinque mesi e mezzo, per le manifestazioni organizzate in Romagna contro la guerra in Africa, diventa protagonista del congresso di Reggio Emilia ottenendo l’espulsione dal partito della corrente più riformista rappresentata da Bonomi e Bissolati. Assunta la direzione del quotidiano del partito “L’Avanti!” alla fine del 1912, dà al socialismo Italiano una connotazione rivoluzionaria e partecipativa.
Allo scoppio del primo conflitto mondiale, Mussolini si pone inizialmente sulla posizione ufficiale del partito, la neutralità. Nel giro di pochi mesi, nel futuro Duce matura il convincimento che l'opposizione alla guerra avrebbe finito per trascinare il PSI ad un ruolo sterile e marginale, mentre sarebbe stato opportuno sfruttare l'occasione per riportare le masse sulla via del rinnovamento rivoluzionario. Interpretando il pensiero di buona parte della corrente massimalista e delle masse trascinate nell’esperienza della “settimana rossa”, si dimette dalla direzione del quotidiano socialista due giorni dopo la pubblicazione di un suo articolo che faceva appunto notare il mutato programma, “Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante”. Cerca di portare tutto il partito verso le sue posizioni, senza riuscirvi. Decide di fondare un suo giornale e ai primi di novembre nasce “Il Popolo d'Italia”, foglio socialista e nazionalista, radicalmente schierato su posizioni interventiste a fianco dell'Intesa. Il giornale ottiene subito successo, a seguito di queste prese di posizione opposte alle direttive del partito, il 25 novembre 1914 viene espulso dal PSI.
Con l’entrata in guerra dell’Italia viene richiamato alle armi. Dopo essere stato seriamente ferito durante un'esercitazione ritorna alla guida del suo giornale, dalle colonne del quale rompe gli ultimi legami con la vecchia matrice socialista, prospettando l'attuazione di una società produttivistica capace di soddisfare le esigenze economiche di tutti i ceti, risolvendo la lotta di classe e superando quindi da un lato il liberalismo e dall’altro il bolscevismo. E' la nascita dell’Idea Fascista. Il 23 marzo 1919 in Piazza San Sepolcro a Milano, con un memorabile discorso, Mussolini, fonda il primo nucleo di quello che sarà il Partito Nazionale Fascista, i Fasci di Combattimento, raccogliendo intorno a sé uomini e idee della sinistra radicale e della destra nazionalista più accesa. L'iniziativa, inizialmente passata in sordina, raccoglie lentamente sempre più consensi e il Fascismo inizia a caratterizzarsi come forza organizzata in funzione antisindacale e antisocialista. Mussolini ottiene crescenti adesioni e pareri favorevoli da tutti i settori agrari e industriali, dai contadini agli operai, dagli imprenditori ai proprietari terrieri, dai ceti deboli ai ceti medi, ai ceti alti.
Ormai forte e organizzato, Mussolini decide la trasformazione in Partito Nazionale Fascista (novembre 1921) e si avvia alla Rivoluzione, che avviene il 28 ottobre 1922 con la storica Marcia su Roma. Il Re lo chiama quindi al Quirinale per formare il nuovo Governo Fascista di unità nazionale, costituito da un gabinetto di larga coalizione che comprende anche i liberali e i popolari. Il Governo si consolida ulteriormente con la vittoria nelle elezioni del 1924.
Successivamente Mussolini attraversa un periodo di grande difficoltà a causa del misterioso assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti (10 giugno 1924). Mussolini reagisce da grande statista prendendosi le responsabilità politiche dell’accaduto, mantenendo intatta la fiducia del Re e del Popolo. Con la volontaria emarginazione delle altre forze politiche, il PNF assurge al ruolo di partito unico del Regno e Mussolini, cui il Re conferisce ufficialmente, accanto al titolo di Presidente del Consiglio, quello di Duce del Fascismo e Capo del Governo, riesce così ad intraprendere con ferma decisione un enorme quantità di iniziative che portano l’Italia ad incrementare i propri indici di benessere e di potenza in modo eccelso. La sua popolarità cresce così vertiginosamente e ormai egli è il restauratore delle sorti d’Italia, il Capo per eccellenza.

Benito Amilcare Andrea Mussolini
IL DUCE D'ITALIA
Nato: 29 luglio 1883
Madre:Rosa
Padre:Alessandro(socialista)
Studi nel collegio salesiano:
1892-1893
Iscrizione al partito socialista:1900
Matrimonio con Rachele:1915


























Bianchi fuori neri dentro